Le aziende sane sono un bene da tutelare per la nostra socio-economia. Partendo da questo fondamentale presupposto, il legislatore è intervenuto sulla vecchia legge fallimentare—un Regio decreto che datava ormai dal lontano 1942—introducendo  il Codice della Crisi d’Impresa e dell’Insolvenza.

Se con la vecchia legge fallimentare veniva unicamente tutelato il diritto che i creditori vantavano nei confronti di società insolventi e senza futuro, il codice della crisi supera questa arrugginita logica puntando a favorire la sopravvivenza delle aziende e a prevenirne le difficoltà.

Vediamo caratteristiche, obblighi e vantaggi di questa rivoluzione copernicana in materia di crisi d’impresa.

Che cos’è il Codice della crisi, quando è entrato in vigore e qual è il cambio di paradigma rispetto alla vecchia legge fallimentare

Il Codice della crisi d'Impresa e dell’Insolvenza (CCII) è una norma che facilita alle imprese e agli imprenditori sani di prevenire l’insolvenza di fronte a difficoltà finanziarie o eventi imprevedibili e che allo stesso tempo mira a offrire agli imprenditori insolventi una seconda opportunità.

Il codice della crisi è stato emanato con il DL  n.14 del 12 gennaio 2019 in armonia con la direttiva (UE) 2019/1023, ed è entrato in vigore nella sua forma odierna con le modifiche contenute nel DL n.83 del 17 giugno 2022.

Per rappresentare al meglio il cambiamento di paradigma che il legislatore ha messo in atto con il Codice della crisi rispetto alla precedente norma fallimentare, si può parlare di confronto tra vecchio e nuovo mondo.

Nel vecchio mondo l’attenzione della norma era rivolta unicamente alle aziende in stato di insolvenza, che fallivano, mentre in quello nuovo l’attenzione è focalizzata sulle imprese sane, valorizzando la continuità aziendale in quanto bene giuridico da tutelare.

Quindi, il passaggio è dalla morte alla vita dell’impresa e tutto ruota intorno al concetto di azienda sana, ovvero dotata di concrete prospettive di risanabilità e opportunità—il cosiddetto ‘fresh start’ già previsto nel chapter 11 del Bankruptcy Code anglosassone—a tutela della continuità di attività e utili.

Per questi motivi il Codice della crisi potrebbe anche essere definito senza affatto stravolgerne il senso, ma anzi rafforzandolo, come codice ‘dell’imprenditore’.

Quali sono i principali obblighi del Codice della crisi

Il codice prevede che l’imprenditore abbia principalmente l’obbligo di:

  • prevenire la crisi e gestire in maniera proattiva il suo rischio di impresa, cioè la somma dei probabili eventi futuri, interni ed esterni al perimetro aziendale che potrebbero impattare negativamente sui risultati economici dell’impresa;
  • creare un protocollo amministrativo per potersi permettere anche a distanza di anni di dimostrare il suo comportamento corretto e tutelarsi da eventuali rischi civili e penali futuri;
  • monitorare gli equilibri societari fondamentali: economico, finanziario e patrimoniale;
  • conoscere i propri flussi di cassa previsionali a 12 mesi (obbligo per attivare il meccanismo di allerta tramite il monitoraggio dei segnali di allarme);
  • adottare misure idonee a rilevare tempestivamente lo stato di crisi e assumere senza indugio le iniziative necessarie a farvi fronte;
  • istituire un assetto organizzativo, amministrativo e contabile adeguato ai fini della tempestiva rilevazione dello stato di crisi e dell’assunzione di idonee iniziative, come peraltro già previsto ai sensi dell’art.2086 del c.c.

Quali sono i principali vantaggi del Codice della crisi

L’adeguamento al Codice della crisi porta all’impresa numerosi vantaggi:

  • tutela l’imprenditore e i terzi nell’eventualità di una crisi;
  • spinge l’imprenditore a elevare il suo livello di consapevolezza e di controllo dello stato di salute della sua azienda (patente di impresa);
  • alimenta nell’imprenditore quella sana curiosità che dovrebbe naturalmente avere nel capire le dinamiche base del suo modello di business (dinamiche settoriali e interne, conoscenza degli equilibri della sua azienda).
  • aiuta l’imprenditore a prendere consapevolezza delle sue responsabilità civili e penali nella costruzione—pur con il fondamentale apporto specialistico di consulenti e professionisti—di quell’adeguato assetto organizzativo, amministrativo e contabile richiesto oggi dalla norma e fondamentale per la prevenzione della crisi;
  • aiuta l’imprenditore a pianificare le attività in azienda e gli obiettivi del proprio business e di conseguenza tutte le attività finanziarie che ne scaturiscono:
  • costringe l’imprenditore ad affrontare le criticità del proprio business e a impegnarsi ad avere una visione strategica;
  • permette all’imprenditore di evolversi e gestire la sua azienda non solo basandosi sul suo istinto, ma anche grazie a numeri alla mano, dati storici e soprattutto previsionali;
  • protegge l’imprenditore sotto gli aspetti civile e penale, in caso si verifichino quei rischi di impresa non colposi / dolosi, ovvero l’evento ‘cigno nero’ imprevedibile.

Le novità introdotte al Codice della crisi dalla Legge delega fiscale dell'agosto 2023

La Legge n.111 del 9 agosto 2023 (Delega al Governo per la riforma fiscale), entrata in vigore il 29 agosto 2023, all'art.9 introduce delle novità che riguardano il Codice della crisi e in particolare:

  • introduce un regime di tassazione differenziata per le imprese in crisi o insolvenza a seconda che si tratti di istituti liquidatori o di risanamento;
  • estende le disposizioni relative agli adempimenti IVA per la liquidazione giudiziale anche alle grandi imprese non soggette a liquidazione;
  • prevede un'adeguata tassazione e regolamentazione fiscale per il rimborso e la cessione dei crediti d'imposta accumulati durante le procedure di crisi d'impresa.
  • prevede l'obbligo nelle procedure liquidatorie di notifica degli atti impositivi sia agli organi giudiziali sia all'impresa debitrice;
  • introduce una disciplina fiscale specifica per la scissione societaria parziale, regolamentando l'imposizione delle operazioni di scissione;
  • rafforza il processo di avvicinamento dei valori fiscali a quelli civilistici per determinare il reddito d'impresa, con il fine di ridurre le differenze tra le due valutazioni.

Quali sono le aziende obbligate all’osservanza del Codice della crisi

L’osservanza del Codice della crisi riguarda tutti i tipi di società a partire dalle imprese individuali fino alle imprese collettive di tutte le dimensioni (S.a.S., S.n.c., S.r.l., S.p.A.), fatto salvo normative speciali.

L’articolo uno del codice precisa infatti che lo stesso disciplina le situazioni di crisi o insolvenza del debitore, sia esso:

consumatore o professionista, ovvero  imprenditore  che  eserciti,  anche  non  a  fini  di  lucro, un'attività  commerciale,  artigiana  o  agricola,  operando  quale persona fisica, persona giuridica o altro ente collettivo, gruppo  di imprese o società pubblica, con esclusione dello Stato e degli enti pubblici.

Quali sono i rischi per chi non si adegua al Codice della crisi

Il Codice della crisi non prevede sanzioni specifiche per chi non si adegua alla norma, ma allo stesso tempo, l’art. 378 del codice dal titolo ‘Responsabilità dell’amministratore’ modifica l’art. 2476 del c.c., esponendo gli amministratori al rischio di gravissime conseguenze.

Infatti, in base alle modifiche introdotte dal codice della crisi:

gli amministratori rispondono verso i creditori sociali per l'inosservanza degli obblighi  inerenti  alla conservazione dell'integrità del patrimonio sociale. L'azione può essere proposta dai creditori quando il  patrimonio  sociale risulta insufficiente al soddisfacimento dei  loro crediti.

In pratica gli amministratori, quando il patrimonio della società non è sufficiente a ripianare i debiti rispondono adesso nei confronti dei creditori della società con il loro patrimonio personale.

Il Webinar ‘Codice della crisi d’impresa: vantaggi, obblighi e adeguamento alla norma vigente'

Mettiamo qui a disposizione la registrazione e del Webinar 'Codice della crisi d’impresa: vantaggi, obblighi e adeguamento alla norma vigente' organizzato da B&P Consulting e in cui è stato affrontato con l’ausilio di consulenti ed esperti il tema del Codice della crisi.

Programma del webinar

  • Introduzione al Codice della crisi d’impresa e sua evoluzione
  • I vantaggi e gli obblighi della norma vigente
  • I rischi per l’imprenditore che non si adegua
  • Come impostare gli adeguati assetti organizzativi, amministrativi e contabili
  • Esempi pratici
  • Sessione di domande e risposte con gli esperti

Relatore: Dr. Andrea Birini - Revisore dei conti / commercialista ed esperto in ristrutturazioni aziendali e nel nuovo Codice della Crisi.

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