La tecnologia ha un ruolo fondamentale nell’intero complesso degli ambiti socio-economici: dalla sfera privata, al mondo del lavoro e dell’impresa, fino all’amministrazione pubblica.

Quando si parla di tecnologia applicata si utilizzano i termini digitalizzazione e trasformazione digitale, che non sono affatto sinonimi, ma hanno invece significati differenti.

Significato di digitalizzazione e trasformazione digitale

i termini digitalizzazione e trasformazione digitale sono utilizzati per rappresentare due differenti aspetti del processo di digitalizzazione.

Con il termine digitalizzazione si intende il processo di conversione dei dati dal formato analogico a quello digitale, mentre per trasformazione digitale si intende un processo più complesso che coinvolge un sistema ampio di tecnologie in grado di generare innovazione e trasformazione a livello generale.

Per esempio, un processo di digitalizzazione può essere quello che si ottiene scansionando con un apposito hardware un documento cartaceo, creando così un file che può essere salvato nella memoria di un computer come copia digitale del documento analogico.

Un processo di trasformazione digitale può essere invece quello che si ottiene in seguito all’accesso contemporaneo alla rete Internet da parte di imprese, privati cittadini e pubbliche amministrazioni, da cui deriva lo sviluppo di nuove applicazioni digitali create e/o utilizzate da questi soggetti sul web oppure su reti intranet.

L’indice Digital Economy and Society Index (DESI) e la posizione dell’Italia

A partire dal 2014, la Commissione europea ha iniziato a monitorare i progressi dei vari Stati membri in ambito digitale, pubblicando un rapporto annuale denominato Digital Economy and Society Index (DESI).

In questo rapporto, la Commissione realizza ogni anno un profilo globale dell’Unione, nonché dei profili dedicati ai singoli Stati membri. L’indice DESI classifica i Paesi sulla base del loro livello di progresso in ambito digitale negli ultimi cinque anni, tenendo in considerazione differenti fattori:

  • capitale umano;
  • connettività;
  • integrazione delle tecnologie digitali;
  • servizi pubblici digitali.

A partire dal 2023, e in linea con il programma strategico per il decennio digitale 2030, il DESI è stato integrato nella relazione sullo stato del decennio digitale e utilizzato per monitorare i progressi verso il conseguimento degli obiettivi digitali.

Il profilo dell’Italia nell'indice DESI

L'ultima edizione del DESI composite index relativa al 2022, vede l’Italia classificarsi al diciottesimo posto su ventisette. Questo dato evidenzia in maniera eclatante quanto sia fondamentale per tutta l’UE che lo Stivale compia rapidamente una profonda trasformazione digitale, soprattuto in considerazione del fatto che si tratta della terza economia del Vecchio continente.

Il profilo dell’Italia nell'indice DESI, mette poi in luce come il Paese sia al di sotto della media europea in molti indicatori , tra cui l'utilizzo di Internet, le skill digitali di base, la formazione aziendale in Information Communication Technology e la percentuale di donne con competenze ICT. E' invece al di sopra della media europea per copertura 5G.

La Commissione sottolinea poi come solo l'1,5% dei laureati italiani studi ICT, percentuale che è la più bassa dell’UE.

Il PNRR e la trasformazione digitale

Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) italiano, con i suoi 191,5 miliardi di euro è il più grande dell’UE e oltre il 25% del medesimo è destinato alla transizione digitale.

Tra i target e milestone del PNRR già raggiunti dall’Italia ci sono differenti misure in ambito digitale come la la nuova Strategia Cloud che introduce incentivi e obblighi per l'adozione del cloud da parte delle pubbliche amministrazioni e la razionalizzazione e l’accelerazione degli appalti ICT.

Successivamente l’Italia dovrebbe riuscire ad assegnare contratti complessivi pari a 6,7 miliardi di euro riguardanti le cinque le misure di connettività previste nel piano: ’Italia a 1Giga’, ‘Italia 5G’, Scuole connesse’, Sanità connessa’ e ‘Collegamento isole minori’, nonché procedere a effettuare tutti gli altri investimenti sul fronte digitale che le consentano di compiere i progressi necessari in questo senso.

La trasformazione digitale delle imprese

L’utilizzo del digitale in azienda, accompagnato alla revisione dei processi aziendali è determinante in termini di innovazione, semplificazione, controllo ed efficienza.

I dati messi in evidenza dal DESI 2022 sulla mancanza di competenze ICT nelle aziende Italiane devono spingere gli imprenditori a investire di più in formazione in ambito digitale.

Gli sforzi in questo senso possono essere supportati grazie ai contributi messi in campo dalla Stato e in cui vengono iniettate considerevoli risorse, come per esempio il Fondo Nuove Competenze, che è stato recentemente rifinanziato con un miliardo di euro e prevede tra le tematiche dell’aggiornamento delle competenze dei lavoratori, proprio la transizione digitale.

In particolare, si fa riferimento a competenze digitali di base e specialistiche che si rifanno a loro volta ai quadri di riferimento “Digicomp 2.1” e alla norma UNI EN 16234-1 “e-Competence Framework 3.0”.

La logica sottostante per la trasformazione digitale delle imprese deve essere appunto quella di aumentare le competenze di base attraverso una serie di attività, in special modo agendo nelle seguenti aree:

  • alfabetizzazione su informazioni e dati;
  • comunicazione e collaborazione;
  • creazione di contenuti digitali;
  • sicurezza;
  • risoluzione dei problemi.

Occorre poi articolare le competenze specialistiche, sviluppando una logica di apprendimento che evolva i tradizionali approcci Plan-Build-Run (PBR), con le rinnovate competenze e responsabilità dell’organizzazione IT, che deve configurandosi anche come supporto e ponte tra business e tecnologia.

La trasformazione digitale della Pubblica amministrazione

Il principio cardine che deve guidare le attività nella Pubblica Amministrazione, è rappresentato dalla qualità dei servizi rivolti ai cittadini, che si traduce in efficacia ed efficienza del lavoro svolto all’interno dei diversi enti, che la trasformazione digitale può realizzare.

Il PNRR dedica la componente 1 della Missione 1 proprio alla digitalizzazione, innovazione e sicurezza nella PA. A rimarcare l’importanza della sfida che attende la Pubblica amministrazione, più di 6 miliardi di euro sono destinati specificamente per interventi che hanno come obiettivo la trasformazione digitale della PA.

Una società caratterizzata sempre più dal digitale, richiede amministrazioni pubbliche in grado di semplificare i processi interni, sburocratizzando l’operatività. Il tutto in tempi brevi, perché i finanziamenti del PNRR sono a scadenza.

Sempre nell’ottica di facilitare la trasformazione digitale dei servizi, sono stati messi a disposizione della PA finanziamenti per attuare la migrazione al cloud, migliorare la user experience e l’accessibilità dei servizi online, armonizzare l’attività di sviluppo di portali e servizi, adottare standard comuni di qualità, potenziare i servizi di cybersicurezza.

Si tratta di investimenti che riguardano trasversalmente tutti gli enti pubblici. Ciò presuppone un miglioramento delle competenze digitali di base dei dipendenti pubblici, così come il potenziamento delle competenze digitali specialistiche e in questa direzione si colloca ad esempio l’iniziativa PA 110 e lode per il reskilling e l’upskilling del personale della PA.